giocattoli

COSA C'É DI NUOVO

Re-CreAzioni

Prende il via Re-CreAzioni, curato dall'atelierista Renata Marino, un progetto che nasce per condividere con i bambini il valore del saper fare... e ri-fare, attraverso la rivisitazione di oggetti ormai desueti.

I bambini sono al centro di un  percorso di creatività, di scoperta e di gioco alternativi e sostenibili, che traggono linfa ed ispirazione dalla lettura dei titoli più interessanti dedicati all'argomento.

Quando la bambola non è solo un giocattolo

Pensavo: se un bambino conservasse la propria bambola di pezza per l’anziano che sarà domani, forse finirebbe per fare un piccolo investimento sul proprio benessere futuro… Vorrei spiegarmi meglio, facendomi aiutare da Amelie:amelie bambola joyk

Si chiama “bambola empatica”, è nata in Svezia, dove grazie alla terapeuta Britt-Marie Egedius-Jakobsson è stata perfezionata e diffusa per uno scopo ben preciso: aiutare i malati di Alzheimer e di demenza senile a migliorare la loro qualità di vita e ad alleviare i sintomi della malattia attraverso un approccio meno farmacologico.

Un bambino che accudisce la sua bambola la veste, la nutre, la culla, e nulla lo distoglie dall’idea che si tratti effettivamente del proprio piccolo se non, prima o poi, uno schiocco di dita: per un anziano malato di Alzheimer, l’illusione di avere tra le braccia un bambino da accudire risveglia ricordi positivi, un agire partecipe e stimola le sue residue capacità cognitive, salvo che purtroppo non c’è schiocco di dita che lo riporti ad una dimensione di realtà. Si innesca una sorta di simbiosi e di comunicazione con la bambola/bambino, fatta di atteggiamenti affettuosi e attenti, di richieste, perché “è ora di cambiarlo”, o “bisogna dargli da mangiare”, e questo stimolo delle capacità relazionali dell’anziano assume anche una forte valenza di intervento preventivo sullo sviluppo dei sintomi della malattia. I benefici variano da persona a persona e l’approccio terapeutico deve essere adattato al paziente, ma si arriva a risultati molto importanti, alleviando spesso disturbi del comportamento frequenti quali il wandering e l’aggressività. Si attende anche nel nostro paese una sempre maggiore diffusione delle terapie non farmacologiche nelle case di cura per anziani, conseguente ai notevoli risultati ottenuti e scientificamente documentati.

Quando si parla di terapia della bambola si fa solitamente riferimento prorio alle Joyk, per alcune loro caratteristiche molto peculiari: peso del corpo e distribuzione del peso, postura che predispone all’abbraccio, collo molto mobile, tratti somatici e, nelle ultime versioni, più grandi, tasche interne atte a contenere sacchetti odorosi o piccoli dispositivi che riproducono il battito cardiaco.

Questa stessa bambola, adattata nelle dimensioni, ma integra nelle sue caratteristiche fondamentali, è naturalmente anche un “bellissimo” giocattolo che aiuta i bambini a stimolare, capire ed elaborare le emozioni e l’affettività. Infine, un’esperienza da condividere in particolare con quei bimbi che hanno un fratellino fresco fresco: prendere tra le braccia e cullare Lily o Elias, repliche davvero sorprendenti di neonati, maschio e femmina (non solo per il colore delle rispettive tutine). Il rischio c’è, ed è quello di ritrovarsi, nel tentativo di sostenerne la pesante testolina che tende a “sfuggire” come nei neonati in carne ed ossa, con un grumo di sensazioni che ci toccano profondamente…

2 commenti all'articolo “Quando la bambola non è solo un giocattolo”

  1. Elisa scrive:

    Dove posso acquistarla?????

  2. Mellops scrive:

    Le bambole Joyk sono in vendita da noi: posso inviarle il catalogo in formato elettronico sul quale può scegliere un modello. Se le servono altre informazioni (il catalogo è in lingua inglese) può contattarci direttamente all’indirizzo e-mail info@mellops.it.